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Desperate Surfer's Wife

  >  Storie DSW   >  Spostamenti   >  6° Tappa: da San Josè a Santa Teresa

Hasta Luego, San Josè!

Se tutto fosse andato bene, eravamo all’ultima tappa. Playa Hermosa e la vacanza in Costa Rica  ci aspettavano. Mancavano soltanto:

  • Viaggio in taxi
  • Volo interno San Josè – Tambor
  • Taxi Tambor – Playa Hermosa

Insomma, salvo imprevisti, nel pomeriggio saremmo arrivati a DESTINAZIONE FINALE!

Sempre perché dovremmo essere in grado di viaggiare al meglio, per darvi utili consigli di viaggio, la compagnia aerea che avevamo scelto per il rapido trasbordo SJO-Tambor da lì a qualche mese avrebbe chiuso i battenti, o quasi, per una serie di sfortunati incidenti, purtroppo anche mortali. Non voglio fare cattiva pubblicità, ma prima di prenotare un volo interno in Centro America, piuttosto che guardare al prezzo, fidatevi alla compagnia che vanti il minor numero di incidenti!

Comunque, non poteva mica tutto girare storto?!? Fatto sta che, arrivando con armi e bagagli al check-in chiediamo mestamente di poter avere due posti adiacenti, che voglio dire, dopo i trascorsi già ci sarebbe sembrato un risultato ai limiti del lusso sfrenato. Gli impiegati ci guardano con lo sguardo un pò perplesso… e ci dicono: siete i soli passeggeri sul volo! Beh, si, lo devo ammettere…avremmo già dovuto nutrire dei motivati sospetti per questo esubero di disponibilità di posti, ma come si dice: cogli l’attimo e monta in sella!

Ormai conosciamo abbastanza bene l’aeroporto di San José – in effetti non è che sia tutta sta grandezza – ed abbiamo le nostre tappe fisse:

  • Negozio di Rum per Emanuele
  • Cinnamon Rolls per Viviana

So cosa state pensando. Un alcolista anonimo e una golosa impenitente. In effetti io da qualche anno avrei anche eliminato i dolci dalle mie abitudini alimentari. Ma stavamo viaggiando da 50 ore, AMICIIII!!! Ci meritavamo un premio, no?!? Comunque, c’è una spiegazione per tutto. A Santa Teresa e dintorni i prezzi non sono esattamente proletari: in valigia avevamo già una scorta di generi alimentari non deperibili, anche perché dopo tre giorni di viaggio ci mancava solo che in valigia avessimo una mozzarella di bufala. Va bene, lo ammetto, ci portiamo sempre dietro qualche pacco di pasta. Se volete portarvi qualcosa, evitate le LENTICCHIE, quelle se vi controllano il bagaglio ve le tolgono di sicuro. Ora fate gli snob, di quelli che mangiano solo cibo locale, da vero viaggiatore, che figurati se io in Costa Rica mi porto la pasta o le lenticchie. Mangiatevi per un mese riso, poi ne riparliamo. Tornando a bomba sul Rum, i prezzi all’aeroporto di San José sono concorrenziali, quindi ormai è tappa fissa per acquisto regali destinati agli avvinazzati amici che ci aspettano in Italia. Oltre ad una bottiglia da gustare amabilmente nelle serate stellate e silenziose – ranocchie a parte – di Playa Hermosa.

Sorvolo sui Cinnamon Rolls, non credo ci sia bisogno di spiegazioni.

Terminato lo shopping sfrenato, era quasi ora di imbarcarsi.

N.b. Abbigliamento: Giacca mezza stagione e sciarpetta al collo… probabilmente invece che in Costa Rica, pensavo di essere ancora in Canada.

Io, MammetEttù!

Dopo la consueta attesa, durante la quale guardavo ferocemente qualsiasi passeggero si sedesse nei pressi del nostro imbarco, temendo che alla fine qualcun altro si fosse aggiunto last minute. Non volevo che nessuno mi rubasse l’unica speranza della mia vita, di volare con un jet privato, per arrivare trionfalmente a Tambor alla stessa stregua di Gisele. Ci caricano su un pulmino, breve tragitto e classica scena: Sarà quello il nostro aereo?! Beh, dai, però non è poi così piccolo! Con l’autista pronto ad avvertirci che, in effetti, l’aeromobile a noi destinato non era quello che stavamo guardando soddisfatti, bensì quello nascosto alla nostra vista dall’ala del suddetto.

In queste situazioni, penso sempre che mio padre avrebbe volato anche sull’ala di una gabbianella storpia: chi sono io per temere un qualsiasi mezzo volante?!? Le ali della libertà i miei genitori me le hanno trasmesse nel DNA, tutto il resto è: guardati intorno e goditi il momento.

Il Comandante-PrimoUfficiale-CapoCabina e chi più ne ha, era uomo sorridente e baffuto, insomma, di quelli che qualche ora di volo ce l’hanno. Devo ammetterlo, ispirava fiducia.

25 minuti di volo sul Paradiso chiamato Costa Rica.

Volo Aereo Blogging

In volo verso Tambor

Nicoya Drone Volo Costa Rica

Isola disabitata nel golfo di Nicoya

E poi, Tambor ??

Costa Rica Travel

Eddajeeeee!!

Io, timidamente, nel frattempo mi ero tolta la giacca, mantenendo saldamente sciarpetta, maniche e pantaloni lunghi.  Da notare anche sorriso stampato e occhiali da sole fissi. Forse la stanchezza iniziava a manifestarsi.

La foto dove bacio la Santa Peninsula de Nicoya ve la risparmio, dopo sole 58 ore eravamo quasi arrivati alla meta!